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Esclusiva, Massimo Piscedda: Con la Juve bisogna mantenere la propria identità

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di Michele De Angelis

Ai nostri microfoni è intervenuto anche Massimo Piscedda.

Sul derby: Come sempre in questa partita non contano tanto gli schemi, si vince con il cuore e con la testa.

Sul match con la Juve: La Lazio non deve snaturare la sua identità che le impone di fare il suo gioco e di non subire troppo.

Sul progetto di Prandelli: Bel progetto e punterei particolarmente su Balotelli e Verratti, più giocano e più ci faranno divertire. Sono convinto che al mondiale in Brasile faremo bene.

Esclusiva, Giancarlo Oddi: Abbiamo vinto il derby tirando la palla ai difensori della Roma

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di Michele De Angelis

Sempre a termine della partita di beneficenza disputata nel viterbese abbiamo intervistato Giancarlo Oddi.

Sul derby: A dirlo con lo sfottò lo abbiamo vinto tirando la palla ai difensori della Roma, ci hanno regalato parecchio ma abbiamo meritato: Purtroppo c’è stato il brutto  gesto di De Rossi che appare troppo stressato ma non giustificato. Se De Rossi andasse in un grande club potrebbe vincere qualcosa anche se capisco che sia legato a Roma.

Zeman si è attaccato a giustificazioni che non reggono. La Roma ha sempre quei venti minuti in cui è devastante ma poi ti rimette sempre in gioco.

In vista della trasferta con la capolista: La Lazio deve andarsela a giocare a viso aperto ma con alcuni accorgimenti. Io metterei Klose su Bonucci per impedirgli di impostare bene la manovra e accorciare velocemente con Candreva ed Hernanes. Non dimentichiamo che la Juve è la squadra più forte.

Sul fronte nazionale: El Shaarawy e Balotelli sono veramente forti e anche Candreva può fare bene e Prandelli fa bene a provarli fin da ora.

ESCLUSIVA SOCIAL FOOTBALL: intervista a Emanuele Pesoli

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di Michele D’Alessio

Emanuele Pesoli, difensore classe ’80, attualmente sotto contratto con il Verona, è stato squalificato dalla giustizia sportiva per tre anni in primo e secondo grado, con l’accusa di illecito sportivo. A ferragosto si è incatenato di fronte alla FIGC per far sentire il suo grido di protesta.

Allora, Emanuele, un mese fa circa ti sei incatenato di fronte alla Federazione dopo la sentenza di primo grado. Ora, a distanza di un mese, a cosa ti ha portato quella protesta?
C’è stato un silenzio totale, quello che volevo ottenere io, ovvero il contraddittorio con chi mi accusa, non è stato, per il momento, preso in considerazione. Io l’ho fatto per sensibilizzare i giudici della giustizia sportiva affinché ottenessi un incontro. Sto subendo un torto incredibile e in più non ho avuto nemmeno la possibilità di difendermi, e per questo ho cercato di fare più rumore possibile.

Almeno sei riuscito a parlare con Abete e con Albertini.
Si ho parlato con il vice presidente Albertini e il presidente Abete, però loro mi hanno detto che non potevano assolutamente interferire con gli organi della giustizia sportiva, dicendomi che la FIGC è una cosa a parte. Dopo di questo, c’è stato silenzio, assolutamente zero. Io sono ancora in attesa delle motivazioni che dovevano uscire dopo 15 giorni, e invece ne sono passati 15 più altri 15, quindi sono finito proprio nel dimenticatoio.

Come ti spieghi il silenzio che c’è sulla tua vicenda?
Nono solo la mia, anche quella di Vitiello, Terzi e Drascek. E’ preoccupante il silenzio che regna in questa situazione, sia dagli organi competenti, sia dal mondo del calcio, i presidenti, l’Aic, i colleghi, nessuno si pronuncia, c’è un silenzio che mette i brividi e questo io non me lo spiego. Se un mio collega fosse nella mia situazione e io riuscissi a capire che veramente non c’entra niente, io spenderei almeno una parola di solidarietà. Invece, qui, all’infuori di Mister Cosmi del Siena che si è espresso a mio favore in una intervista in tv, e Mister Mandorlini, nessuno ha detto una parola a favore mio, che sto subendo un grande torto.

E questo silenzio ti ha sorpreso?
Si mi ha sorpreso. Pensavo che il mio mondo fosse un mondo sano, dove ci fossero dei valori e delle amicizie, invece dopo questa vicenda ho capito tante cose.

Ricostruiamo la tua vicenda, tu hai preso la squalifica per illecito sportivo per Siena-Varese del maggio 2011, quando tu militavi nel Varese.
Allora ti racconto come è andata: io me ne stavo a casa a Varese tranquillamente un pomeriggio, erano i primi di maggio. Mi squilla il telefono, era un numero che non conoscevo e rispondo: era Carlo Gervasoni. Io ho risposto cordialmente anche se non lo conoscevo personalmente, lui giocava col Piacenza. Mi ha chiesto se l’ultima partita di campionato che era Varese-Piacenza, noi l’avremmo giocata alla morte, anche perchè noi eravamo già matematicamente qualificati per i play-off, e quindi voleva sapere se il mister Sannino avrebbe schierato i titolari o i giovani. Poi ci furono diverse chiamate nei giorni seguenti, fino a quando ho capito quelle che erano le intenzioni, però una richiesta diretta di regalargli la partita non c’è mai stata. Quando ho capito io l’ho subito stoppato dicendogli che noi avremmo giocato la partita alla morte, avevamo un record da difendere in casa e poi ci siamo salutati. Quella partita è finita 1-0 per noi. La cosa strana che ha fatto insospettire la Procura Federale è il fatto che ci sono stati tanti contatti telefonici. Dopodiché a giugno è scoppiato lo scandalo del calcioscommesse con Gervasoni protagonista, io sono stato convocato a Marzo e mi hanno chiesto perchè c’erano stati così tanti contatti telefonici, e io ho risposto a tutte le domande che mi hanno fatto a proposito di Varese-Piacenza. Se avessi dovuto aspettarmi un procedimento nei miei confronti, me lo sarei aspettato per omessa denuncia, perchè poteva starci in questa situazione, invece non c’è stata. Poi mi arriva il deferimento per illecito sportivo per Siena-Varese che era la penultima partita di campionato, prima di Varese-Piacenza. La cosa stranissima è che in Procura Federale su questa partita non mi hanno chiesto niente sulla partita col Siena, e Gervasoni ha detto alla Procura che io, Pesoli, avrei chiesto a lui, di sentire qualcuno del Siena per fare un pareggio. E la domanda che faccio io è questa: ma perchè io avrei dovuto chiedere a lui di sentire uno a Siena quando noi eravamo già ai playoff matematicamente? Avremmo vinto, perso o pareggiato saremmo rimasti quarti in classifica. E poi io sono stato l’unico squalificato per tre anni per illecito sportivo per una partita che è finita 5 a 0 per il Siena e Gervasoni dice che doveva finire in pareggio. Per altro io nemmeno giocai, entrai sul 4 a 0 nel secondo tempo. La rabbia che ho è tutta riferita a questa situazione.

In questa situazione, tu e il tuo avvocato su che cosa avete puntato per difendervi?
Abbiamo puntato sulla malafede, sul fatto che non ci sono riscontri delle telefonate e dei testi dei messaggi, non c’è nessun risultato che dimostra quello che dice Gervasoni. Alla fine è aria fritta, noi diciamo la verità, lui dice invenzioni, però danno più credito a lui e quindi come fai a difenderti? L’unica cosa per difenderti è averlo a quattrocchi dentro l’aula davanti al giudice.

Secondo te qual è il motivo per cui alcuni pentiti come Gervasoni e Carobbio si sarebbero inventati tutto?
Io credo che tante cose si siano verificate. Qualche mio collega ha sbagliato ed è giusto che paghi. L’unica cosa che posso dire è che, non tanto a livello sportivo, che essendo stati radiati non giocheranno più, ma ora dovranno affrontare il discorso penale, e quindi loro più cose tirano dentro e più alleggeriscono la loro posizione. Questa spiegazione ce la siamo data col mio avvocato. Io ho fatto un’istanza alla FIGC per richiedere il nullaosta per denunciare per diffamazione sia Carobbio che Gervasoni, e ora starà alla federazione accettarlo. Ho chiesto al procuratore di Cremona Di Martino per vedere se fossi indagato penalmente, ma lui si è messo a ridere…

Per la giustizia ordinaria non risulti nemmeno indagato, per quella sportiva invece sei colpevole di illecito. Che valutazione dai al funzionamento della giustizia sportiva che in poche settimane ha fatto due gradi di giudizio? Va rivisto questo sistema?
Sicuramente. E’ un codice di giustizia vecchio, che andrebbe rimodernato. In 5 giorni primo e secondo grado e mie è arrivata una squalifica di tre anni, e io dopo un mese sto ancora aspettando le motivazioni. Intanto sto scontando una squalifica ingiusta, senza stipendio. E se a gennaio esco vincitore dal ricorso al TNAS, chi mi ripaga? Ma non solo a livello economico. Anche danni morali, d’immagine, la notte non dormo. Giocano con la vita delle persone.

Quali saranno i tempi e il funzionamento del ricorso al TNAS?
Una volta che arrivano le motivazioni, avrò 30 giorni per presentare la domanda di ricorso, poi sceglieranno i tre giudici, uno della FIGC, uno neutro e uno di parte e affronteremo il processo che si dovrebbe chiudere a gennaio. Se Dio vuole a gennaio tornerò a giocare, la fortuna mia è che mi tengo in attività e mi alleno tutti i giorni con il Verona, quindi al di là della giornata di campionato, per tutti gli altri giorni faccio parte di un gruppo, grazie a Mister Mandorlini e al direttore Sogliano che mi danno questa possibilità. La gente di Verona è con me, è stato creato un gruppo su facebook con 18mila persone in tre settimane. Tutto questo mi dà la forza e il coraggio per portare avanti questa battaglia.

Quando tornerai in campo, come cambierà il tuo modo di vivere il calcio?
In questo periodo ho capito che nel calcio ci sono pochi amici. Credevo di essere circondato da persone che mi volevano bene, invece dopo questa cosa sono scappati tutti, sembra che uno abbia la rogna. Spero di tornare a testa alta. Ho capito che faccio un lavoro troppo bello, e voglio assolutamente riprendermelo.