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Punto Milan: 2 a 0 con Pazzini e Balotelli, ma il “pazzo” è l’arbitro

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Punto Milan: 2 a 0 con Pazzini e Balotelli, ma il “pazzo” è l’arbitro

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Di Francesco Maiocchi

La partita: quella di venerdì sera non può essere definita una vera partita di calcio, al massimo poteva assomigliare ad un match del sei nazioni; D’Amato si fa scivolare il controllo sui giocatori fin da subito: il risultato è che la possibilità di costruire azioni di gioco è quasi nulla. Durante il primo tempo sbagli per entrambe le squadre, ma nel secondo la situazione è insostenibile: con  i padroni di casa che recriminano per un fallo di mano di Niang all’interno dell’area (giusto rigore); mentre il Milan giustamente si può lamentare dell’inferiorità numerica che doveva essere sicuramente a sfavore dei rossoblù.  Andiamo per  gradi: i rossoneri giocano male, non riuscendo mai a ripartire dopo aver sventato i vani tentativi dei liguri. Pazzini subisce un fallo orribile da cartellino arancione, ma stringe i denti quel che basta per zittire il marassi, per poi uscire e lasciare spazio a Balotelli, a cui l’arbitro rifila subito un generoso giallo.  Nel frattempo i padroni di casa esprimono le loro abilità  con interventi degni  di Jean-Claude Van Damme : Bertolacci travolge Muntari meritandosi la creazione di un cartellino nero per l’occasione e anche Granqvist non è da meno, e poco dopo lancia una sfida diretta alla Cagnotto per le prossime olimpiadi sfoggiando un bel tuffo carpiato.  Scherzi a parte, la partita continua cosi: Milan che si chiude sempre più,  senza  riuscire ad uscire; con D’Amato che non ha il controllo del gioco, non usando mai lo stesso metro di giudizio e dimostrando di essere braccino corto nell’elargire cartellini ai padroni di casa. Nel secondo tempo la storia non cambia, ad ogni azione i rossoblù sfoggiano corse alla Bolt verso il giudice di porta recriminando non si sa bene per cosa; la partita sembra cristallizzata fino a quando un finora opaco Balotelli tira fuori dal cilindro un gran tiro su cui Frey non può nulla.  Sul 2-0 la partita sembra chiusa, ma ci pensa l’arbitro a riaprirla: entrata da cartellino arancio di Bovo su Constant  il quale si rialza molto adirato, ma senza fallo di reazione e la assurda decisione è per la doppia ammonizione (anche la prima molto generosa) Il Milan è cosi costretto a giocare in  10. Allegri ridisegna la squadra con un 4-4-1 (esce il faraone per Abate) e cerca di tenere il risultato. I falli non sanzionati continuano con una bella manata che Balotelli riceve in pieno volto, mentre viene vista benissimo la simulazione di Flamini(giusta l’ammonizione, ma come mai non ricevuta anche da Granqvist e Immobile sempre per simulazione?).  I rossoneri si difendono come possono ed è Abbiati in più di un occasione a salvare il risultato meritandosi il premio di uomo partita con Niang e Balotelli che cercano come possono di tenere palla, riuscendo anche ad ottenere qualche fallo inesistente. L’assalto del Genoa non riesce e finisce 2-0 :insomma un rigore non dato contro 3 espulsioni, se il migliore è stato Abbiati, il peggiore è stato di sicuro l’arbitro che ha trasformato una partita di calcio in un incontro di Wrestling.

Luci: poche come il gioco creato, la colpa non è evidentemente dei giocatori che forse hanno anche cercato di risparmiarsi visto il big match contro il Barcellona; come detto Abbiati è stato bravissimo in più di un occasione nello sventare le occasioni avversarie dimostrando grande forma: speriamo si ripeta in settimana.  Buona la dimostrazione di cinismo da parte di Pazzini che zoppicante segna e di Balotelli che prima spara alto e subito dopo si fa perdonare.

Ombre: nessun rossonero gioca male, se proprio deve esserci un rimpianto è il nervosismo che ha dominato in tutta la partita e a farne le spese è stato il terzino milanista. La doppia ammonizione mi sembra esagerata, ma sicuramente visto il clima Constant poteva risparmiarsi di mettere altra benzina sul fuoco.

Quello che verrà: il terzo posto è messo al sicuro per fortuna e l’attenzione ora si concentra tutta sul turno di coppa contro i marziani catalani. Eliminare il Barcellona sarebbe un successo straordinario, ma non bisogna scordarsi che è un ottavo di finale: non si vince ancora niente e di squadre forti da affrontare ce ne sono ancora tante.  È giusto quindi sperare, ma senza dimenticare mai che l’obiettivo vero è questa posizione di classifica e magari sperare nel secondo posto.

Punto Palermo: un punto al sapor di condanna

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Punto Palermo: un punto al sapor di condanna

Di Mario Cicerone

Palermo vs. Genoa

Sembra l’avamposto recondito di una commedia burlona e maledetta la prosa dannatamente virgolettata e irta di pause e soste e indugi del copione andato in scena al Barbera. Il prezzo della sfida di Palermo – Genoa era alto, altissimo. Era prescrizione medica annichilirlo con la smodata vertigine di un fenomeno carsico, con la demonica voglia di un antidoto al veleno della paura che viva e vivida bruciava le gambe rosanero. Il resto della partita è un misero punto che è come fumo al crepuscolo già infuocato. Ma analizziamo la gara.

La partita –  Mister Malesani pensa sin da subito a una sceneggiatura vivida: il trio Ilicic – Miccoli – Fabbrini schierato come terminale di un 4 – 3 – 1 – 2 saggiamente offensivo quanto al contempo pronto a ripiegar il gioco. Ballardini risponde con un 3 – 5 – 1 – 1 con Borriello punta ultima e Moretti in difesa al posto di Manfredini, infortunatosi poco prima della gara. Come in un capolavoro di Dario Argento, è la paura la protagonista indiscussa del copione del primo tempo. Le due squadre si annichiliscono a centrocampo a discapito dello spettacolo. Le due occasioni più ghiotte sono del Genoa, vane: prima Borriello calcia e trova un super Sorrentino, poi capitan Rossi è atterrato in area da Garcia ma Orsato non concede un rigore che poteva anche esser fischiato. La ripresa sembra rivelare la stessa andatura zoppicante del  suo prodromo. L’occasione più fulgida della gara è del Palermo: cross ben tagliato dal piede di Ilicic, palla in area per l’accorrente Boselli – entrato al posto di Fabbrini – e botta sicura verso la porta, invano. Frey è metafisico e con il corpo si oppone a una rete già quasi festeggiata dal pubblico presente allo stadio. Pubblico che poco dopo agogna il forcing rosanero e assiste invece all’espulsione di Aronica che spegne ogni incauta speranza. La partita finisce tra i fischi e un alone vago e prepotente di delusione che si condensa in una nube di pioggia invisibile che adesso, più che mai, sa di condanna.

Luci – A questo punto, nessuna. Serviva la vittoria e non è arrivata. Qui pro quo? 

Ombre – Sono così tante che sembra di esser Dante prima che incontrasse Virgilio. Il mezzo del cammin di questo campionato rosanero è davvero avvolto in una selva oscura, aspra, selvaggia e forte. Quinto pareggio nelle ultime sei gare per una squadra che non vince dal derby contro il Catania andato in scena in un Novembre tanto lontano e vago che sembra tanto uno scenario del maestro Giacomo Leopardi. Quando in città si chiede del Palermo c’è addirittura chi sussurra in un sibilo silenzioso: Ei fu …

Quel che verrà – Torino – Palermo. Anche adesso, mentre scrivo queste parole, mi sembra di ripetere sempre le stesse cose. Serve vincere. Servono i tre punti. Repetita iuvant …

 

Genoa, funziona la cura Ballardini

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di Marco Marini

Terzo risultato utile consecutivo per il Genoa. A Parma, nell’anticipo delle 12.30, i rossoblù hanno ottenuto un pareggio molto importante. Innanzi tutto perché conquistato contro una squadra ostica quale la formazione ducale. Inoltre perché consente di dare continuità ai risultati permettendo così al Genoa di rimanere fuori dalle ultime tre posizioni. Sebbene solo di una lunghezza. Un punto che può voler dire poco ma che, invece, potrebbe rivelarsi molto importante per il prosieguo della stagione. Il quarto pareggio esterno stagionale, infatti, ha dato ulteriore convinzione nei propri mezzi sia ai  giocatori che a Ballardini. Da Juventus – Genoa, ovvero dalla prima gara del tecnico di Ravenna sulla panchina genoana al posto dell’esonerato Del Neri, i rossoblù sono ancora imbattuti. Due pareggi ed una vittoria che hanno permesso al Genoa di conquistare 5 punti molto pesanti contro Juventus, Lazio e Parma. Proprio contro queste formazioni ha dimostrato di avere carattere e personalità, qualità che sono mancate durante la prima parte della stagione.

Gli acquisti nel mercato di riparazione di Gennaio, ovvero Rigoni e Matuzalem, si sono già integrati nel gruppo. Il primo si è rivelato protagonista del successo interno contro la Lazio ottenuto proprio allo scadere. Il secondo sta diventando sempre più un punto fermo, un giocatore in grado di fare la differenza grazie alle sue doti. Di questo ne è consapevole mister Ballardini il quale ritiene che sia “nato per giocare a calcio” in quanto può ricoprire “più ruoli in mezzo al campo”. Non a caso, dal suo arrivo in Liguria l’ex laziale ha sempre giocato dal primo minuto e la differenza nella zona centrale del campo si è vista. Centrocampo rinforzato anche grazie all’arrivo di Oliveira dalla Fiorentina. In difesa, i nuovi innesti di Portanova e Manfredini stanno dando più solidità al reparto arretrato mentre Pisano e Acerbi rappresentano valide alternative. In attacco il punto di riferimento rimane sempre Marco Borriello, a cui, oltre a Marco Rigoni, Ballardini può affiancare Floro Flores.

La partita disputata ieri ha fornito ulteriori elementi positivi che fanno ben sperare per il futuro. In un campo difficile  quale quello di Parma, il Genoa ha dimostrato di avere carattere e determinazione. Sia durante la prima frazione di gioco che durante la seconda il Genoa è stato molto attento a restare ordinato e punge appena può. La prima occasione si è presentata a Bertolacci che ha girato di testa un bel cross di Pisano sul quale Pavarini non si è fatto sorprendere. Anche Borriello non ha trovato la porta su assist di Bertolacci poco prima dell’intervallo. Nel corso della seconda frazione di gioco il copione è stato sempre lo stesso. Il Genoa ha messo subito i brividi al Parma con Bertolacci. Dopo aver recuperato palla sulla trequarti ha sorpreso Pavarini con un tiro che si è stampato sull’incrocio dei pali, a portiere ormai battuto. Ci ha provato anche Rigoni dal limite ma è stato ancora lo scatenato Bertolacci a spaventare il Tardini. Anche questa volta è stato il legno a dire di no alla sua girata di destro in area parmense.

Dopo il match contro la Lazio, dove i liguri hanno colto un successo fondamentale che gli ha permesso di lasciare la zona rossa della classifica, è arrivato un altro pareggio esterno che fa ben sperare per la salvezza. D’altra parte il Siena, attualmente ultimo con il Palermo, con il pareggio contro il Bologna, è rimasto a quattro punti dai rossoblù proprio come i rosanero, usciti con un pareggio dallo scontro diretto contro il Pescara. In virtù di questi risultati il Genoa si ritrova al quartultimo posto ma con la consapevolezza, come anche affermato da Ballardini, di essere “un’ottima squadra” che possiede tutte le carte in regola per potersi salvare. “La strada è ancora lunga”, ha dichiarato il tecnico di Ravenna. Intanto, però, il primo passo è stato fatto.

Punto Lazio: Scivolone pesante, squadra senza arte ne parte

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Di Michele De Angelis

Anche quest’anno i biancocelesti regalano sei punti al Genoa. Pure in questa stagione inziano a intrevadersi i fantasmi delle occasioni mancate.
Il team capitolino ha regalato il primo tempo ad un avversario scarso e povero di idee, mancando di concentrazione e convinzione. Durante la ripresa ha dimostrato quanto poco bastasse per affondare la lama nel ventre del grifone.
Un pareggio sarebbe stato a quel punto importante ed è stato inconcepibile il goal subito proprio all’ultimo respiro.
Il Milan di Balotelli è ormai a sole tre lunghezze e sarà quindi ora fondamentale mantenere i nervi saldi.
Klose va incontro ad un altro stop e, grazie al’ex dal dente avvelenato Matuzalem, Brocchi rischia di terminare anticipatamente la propria carriera.
Pustumi di un mercano evanescente, ombre degli spettri di quel passato dal quale qualcuno avrebbe dovutto imparare…

Luci: La voglia di recuperare dimostrata nel secondo tempo non è indifferente così come la capacità di metterla in pratica. Tutto sommato sono poche le occasioni concesse ai padroni di casa grazie ad un centrocampo molto difensivo. In crescita Lulic. Bene Marchetti. Conferme positive da parte di Floccari

Ombre: Sono troppe in relazione alla posizione in classifica dell’avversario. Preoccupa parecchio la discontinuità di un gruppo che, per stessa ammissione di Mauri, fatica a trovare le giuste motivazioni contro le avversarie meno blasonate. I goal subiti sono tutti frutto di enormi distrazioni da parte dei punti deboli della linea difensiva. Male proprio Cana e Ciani. Ledesma annaspa. Klose e Kokac non lasciano il minimo segno.

Quello che verrà: Il match dell’Olimpico di sabato prossimo sarà fondamentale. Oltre che per il morale sarà importante respingere l’attacco delle milanesi e rimettere in gioco anche il secondo posto. C’è tutto il tempo per recuperare e magari per rendersi conto che non è il 3 5 2 il modulo migliore per andare avanti o che quantomeno non si puù attuare quando mancano i difensori titolari.

 

Genoa, le multe dei giocatori in discoteca andranno in beneficenza

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Il Genoa ha reso noto di aver preso provvedimenti nei confronti di alcuni tesserati (non sono state pubblicate le generalità) che si sono protratti in discoteca oltre l’orario consentito. La sanzione pecuniaria, sottoforma di decurtazione dello stipendio, andrà in beneficenza. Infatti, come si legge sul sito ufficiale del Grifone, i soldi andranno a favore di Matteo, bambino che necessità di cure particolari all’estero. I calciatori, si legge, si sono scusati con la società e con i tifosi, assicurando che episodi del genere non si ripeteranno.

Questo lo screenshot dal sito del Genoa.
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Punto Inter: Immobile e 11 immobili

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di Michele D’Alessio

Ciro Immobile, di nome ma non di fatto, contro una squadra di giocatori immobili. Alvarez, il più immobile di tutti, viene addirittura sostituito a metà primo tempo, per Pereira, uno di quelli mobili, ma che sarebbe meglio fossero immobili.
Questa è, usando un gioco di parole, la sintesi di Inter-Genoa, l’ultima partita di un 2012 che l’Inter non incornicerà tra le sue migliori annate. L’immobilismo della squadra, immobilizzata prima in un inspiegabile 4-2-3-1, e poi in un modulo che non si è riusciti a decifrare, è costato due punti preziosi per la corsa alla qualificazione in Champions League.

Stramaccioni butta dentro, manco a dirlo, Cambiasso e Zanetti (o sono loro che si buttano dentro da soli?), poi nella ripresa inserisce anche Chivu, tanto per proseguire sul revival metà anni 2000. La partita è brutta, il Genoa si chiude, l’Inter non attacca, Milito gioca a centrocampo per venire a prendersi il pallone, un pò come faceva Adriano ai bei tempi, prima di perdersi tra i boccali di birra. Cassano e Palacio fanno a gara a chi è più evanescente. Guarìn, squalificato in circostanze misteriose, manca, come manca Sneijder, col quale oggi l’Inter in classifica avrebbe almeno 4/6 punti in più.

Luci: gioca bene Ranocchia, che viene punito nell’occasione del gol di Immobile, quando decide di temporeggiare invece che tentare l’anticipo.

Ombre: la scelta della formazione iniziale e i cambi in corsa. Si tratta di scelte sostanzialmente inspiegabili, di cui Stramaccioni dovrà tenere conto nel girone di ritorno. Alcuni giocatori sono, e non da oggi, alla canna del gas.

Quello che verrà: la sosta è una fortuna per l’Inter. Potrà così riordinare le idee, recuperare l’esercito degli infortunati, e magari buttarsi sul mercato, risolvere in qualche modo il caso Sneijder, procurandosi un attaccante che possa giocare titolare al posto di Milito, che anche oggi ha fornito una prestazione da ex campione. La sua riserva ad oggi è Livaja, capace di sbagliare un gol da 20 centimetri, centrando il palo senza accorgersene neppure.

 

Sorpresa, il Genoa esonera De Canio. Pronto Del Neri

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E’ costata cara a Gigi De Canio la sconfitta interna per 2-4 contro la Roma di ieri sera. Nella mattinata di oggi il presidente Preziosi ha sollevato dall’incarico il mister, che in questo inizio di campionato non aveva fatto così male, battendo la Lazio e mettendo in difficoltà la Juventus. Al suo posto è già pronto Del Neri, che torna a Genova cambiando sponda, dopo l’avventura blucerchiata in cui conquistò l’accesso ai preliminari di Champions League. Da un Luigi ad un altro Luigi,  per una schizofrenica ed esagerata voglia di cambiare.

 

Redazione Social Football

Borriello, veleno e una promessa importante

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di Michele De Angelis

 

Vi proponiamo i passi salienti della conferenza stampa di Marco Borriello. L’attaccante è apparso carico e motivato.

Ora starà al campo dimostrare che non si tratti solo di promesse estive.

“Con il presidente Preziosi il rapporto è sempre stato molto buono. – ha affermato – Dovevo già tornare qui lo scorso anno, il 30 agosto, poi la mattina del 31 Sabatini mi ha tolto dal mercato e non se n’è fatto nulla. L’accoglienza è stata calorosa, soprattutto da parte di voi giornalisti, che avete scritto buone parole per me. Io sono un istintivo, non un ruffiano: se ho tolto la maglia esultando col Milan fu per gioia personale, non per contestazione”.

L’ex giallorosso ha motivato la sua scelta sentimentale scelta di cuore. “Per far bene mi servivano serenità, tranquillità e trovare la continuità in campo. Il Genoa mi dà questa possibilità, io proverò a ricambiare con le reti”.

Inevitabile per un attaccante che si parli di goal. “Quanti goal posso segnare in questo campionato? Mah, non saprei, direi almeno 15, se no il presidente mi ha detto che rischio di prendermi qualche scarpata…”.

Il discorso si sposta poi sulla Sampdoria e sul derby della Lanterna. “C’è grandissimo rispetto per la squadra blucerchiata. – ha assicurato l’attaccante – Alla stracittadina manca ancora molto, ma speriamo che sia un bel derby. Maxi Lopez? E’ un bravissimo calciatore, che negli ultimi anni ha avuto qualche difficoltà, ma che secondo me, a livello tecnico e fisico è fra i più forti del campionato”.

Quindi un’ampia digressione sulla Roma, in cui non mancano le frecciate al club capitolino. “Io pago l’esser arrivato alla Roma quando ancora c’era la famiglia Sensi. L’anno dopo è arrivata una nuova dirigenza con un nuovo allenatore, e da due anni mi trovo a dover cambiare squadre l’ultimo giorno di mercato. Prendermi non è facile anche per colpa della crisi, visto che si affronta una grande spesa”.

“Sono due anni che non rientro nei piani tecnici della Roma. –

“La Juve? – ha commentato cinicamente – Ognuno fa i propri ragionamenti e i propri conti”.

Borriello si sente fisicamente pronto per scendere finalmente in campo. “Credo finora di aver fatto grandissimi allenamenti. – ha dichiarato – Finora mi sono allenato tanto ma non ho mai giocato. Anche se mi mancano i riflessi della partita, mi sento fisicamente integro e in questi 10 giorni spero di arrivare pronto alla gara contro la Juventus”.

Nonostante il Grifone sia in un buon momento di forma, non sarà semplice sconfiggere i campioni d’Italia. “Come si batte la Juventus? E’ difficile dire come si batte. – ha detto Borriello – Finora è

Chiusura su Del Piero e sulla sua scelta di giocare in Australia. “Alex ha un’intelligenza superiore rispetto alla norma dei calciatori, – ha affermato – è un uomo eccezionale”.

Un Borriello a valanga su tutto, su tutti, ma ora i riflettori saranno puntati su di lui.

 

Gilardino al Bologna, affare fatto

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Alberto Gilardino è un nuovo giocatore del Bologna. L’accordo per il trasferimento dell’ex attaccante del Genoa alla corte dei felsinei è stato trovato in serata e manca solamente l’ufficialità. La formula è quella del prestito oneroso: al Genoa vanno 1,3 milioni e per il Bologna c’è la possibilità di riscattare il cartellino a Gennaio

Questa operazione potrebbe avvicinare Marco Borriello al club di Preziosi.

 

Redazione Social Football

Coppa Italia, subito fuori Genoa e Samp

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La Coppa Italia 2012-13 ha già regalato le sue prime sorprese. Due squadre di serie A sono state già eliminate al terzo turno per mano di team di categoria inferiore.

Il Genoa, tra le mura amiche del Marassi, cede di fronte al Verona dopo che gli scaligeri hanno pareggiato l’iniziale vantaggio di Jankovic con il gol dell’ex Bjelanovic nei tempi regolamentari. Ai rigori fatali gli errori di Immobile e lo stesso Jankovic per i rossoblù.

L’altra squadra di Genova, la Sampdoria, deve dire addio alla competizione dopo la sconfitta contro la Juve Stabia, anche in questo caso ai rigori. A Castellammare di Stabia la Samp si illude con il vantaggio a 6′ dal termine firmato da Maxi Lopez, ma proprio nel recupero arriva la beffa del gol di Danilevicius. Ed i rigori sono amari per i blucerchiati.

Redazione Social Football