Dichiarazioni pesanti per una rottura definitiva
Di Michele De Angelis
Questa volta il procuratore di Zarate ha gettato via ogni filtro, lasciando fuoriuscire tutto quello che fino ad ora era rimasto dentro. Non si tratta solo di commenti ma di vere e proprie accuse.
Vi riportiamo di seguito le parole dell’agente dell’argentino perduto.
“Siamo prigionieri di Lotito, la rottura è insanabile, non capiamo cosa abbia fatto Mauro per meritare tutto questo. Abbiamo a che fare con un presidente prepotente, che si è reso protagonista di minacce e gesti poco simpatici. Se lui gira con tre poliziotti, io dovrei girare con l’esercito: io sono stato aggredito anche fisicamente, una volta in Qatar mi ha anche stretto le mani al collo. Causa extrasportiva? Purtroppo si rischia di fare il male di Mauro. Io non so se sono in grado di difendere Zarate come merita”.
“Lite tra Tare e Zarate”– Le rivelazioni sono gravi. Si parla anche di minacce, di aggressioni fisiche. Ruzzi non si tiene più, vuole vuotare il sacco: “Lotito? La Lazio è lui: non c’è passato e non c’è futuro, c’è solo lui. Il presidente ha speso 20 milioni, poi non ha più parlato di Mauro. Quando Zarate arrivò a Roma non c’era un direttore sportivo –ribadisce Ruzzi a Sportitalia durante la trasmissione “CalcioMercato”-, quindi la trattativa in Qatar la feci praticamente io. Il primo anno Mauro fece benissimo, ma una volta che arrivò Tare (dicembre 2008 ndr) di cui, però, Lotito non si fidava, tanto che chiamava Sabatini per alcuni consulti e mi diceva che aveva assunto Tare solo perché parlava cinque lingue, allora cominciarono i problemi. Ci fu anche uno screzio tra Tare e Zarate durante un Lazio-Juventus. L’attuale ds ha sempre avuto un’antipatia per Zarate, perché non l’aveva portato lui e perché voleva ingraziarsi Lotito. Quando andammo in Qatar per trattare il riscatto, Tare sparlava di Mauro, anche della sua vita privata. Pensate che, nel dicembre del 2009, mi tenne due ore al telefono per lamentarsi del fatto che Zarate sarebbe tornato il giorno 28 dalle vacanze, quando poi gli altri argentini invece sarebbero tornati il 30. Poi arrivarono, guarda caso, le dichiarazioni al vetriolo di Ballardini che accusava Zarate di scarso impegno ecc”.
Mancata cessione dell’argentino – Si parla poi della mancata cessione alla Dinamo Kiev. Si era parlato di un problema di clausola rescissoria ma il suo entourage non aveva mai confermato: “Io ho girato tutta l’Inghilterra, nessuno voleva prendere Zarate per 10 milioni. A Roma, poi, Tare ha la sua task force al seguito, c’è una radio romana dove due conduttori infangano sempre e comunque Zarate e io li chiamo Igli e Tare (ride ndr). Tornando al capitolo Dinamo Kiev. Io andai a parlare con il presidente della Dinamo a Montecarlo e in dieci minuti c’eravamo messi d’accordo su tutto. Gli ho spiegato anche perché Maurito aveva voglia di andare a Kiev, perché lui ama le sfide e ha interesse a rimettersi in gioco. Solo che la Dinamo voleva dare alla Lazio un altro giocatore, Marco Ruben, e qualche soldo, ma la soluzione non piaceva a Tare e quindi fine del discorso. Questo il 22 gennaio. Poi il 29 gennaio, dopo la partita con la Juventus di Coppa Italia, Lotito parla in quel modo e allora pensavo fosse tutto fatto e invece no. Si è parlato di clausole, ma non era vero nulla. E’ stato buttato solo fango su di noi. Il fratello di Mauro ha detto che è stato lui a rifiutare la Dinamo? Si è sbagliato. Anche il Genoa lo voleva, anche in prestito. Purtroppo trattare con Lotito sapete com’è”. Zarate è fuori rosa, si allena in orari diversi rispetto alla squadra, una situazione inaccetabile. Ha chiesto il reintegro, ma tutto nacque a metà dicembre quando l’argentino non rispose alla convocazione per il match con l’Inter: “La verità è che solo alla Lazio possono succedere queste cose. Se la squadra si allena la mattina, allora lui si allena il pomeriggio, sennò il contrario. Se la Lazio fa doppia seduta, allora lui si allena alle 13 e si cambia nello spogliatoio degli avversari che vengono a giocare contro la Primavera. Si allenano a parte lui, Diakité, Cavanda, Foggia e Barreto. Nessuno interviene, Tommasi mi aveva promesso di fermare addirittura il campionato e invece nulla. In Argentina si chiedono che fine abbia fatto Zarate. Noi vogliamo andare via, rinunceremmo a tutti i soldi. Pensate che questa estate sono stato per tutta la durata del ritiro ad Auronzo di Cadore a disposizione della Lazio e nessuno mi ha contattato. Abbiamo chiesto di spalmare l’ingaggio, abbiamo provato a venire incontro alla Lazio in tutti modi, ma non c’è stata mai risposta positiva. Lotito vuole vincere e stravincere. Come si comportano i compagni? Non posso parlare dei giocatori, perché altrimenti perderei Maurito. Lo specchio dello spogliatoio della Lazio, però, si vede nella partita con il Genoa, quando Matuzalem entra in quel modo su Brocchi e la reazione dei compagni non è stata quella degli juventini quando Cambiasso ha fatto fallo su Giovinco. Questo è lo specchio della gestione Lazio”.
Viaggio galeotto – Ruzzi ha scatenato la sua offensiva, è una furia. Zarate vuole la rescissione, la battaglia è iniziata. La Lazio per ora non risponde, Lotito –invitato a intervenire in diretta dalla redazione di Sportitalia- preferisce non scendere in campo e rimanda la sua replica, intanto Ruzzi glissa su possibili mancanze di Maurito: “Errori del mio assistito? Sì ne ha fatti, parliamo di un ragazzo di 25 anni e quindi sono errori di gioventù. Nessuno gli può contestare la professionalità. Forse il suo sbaglio fu quello di andare in Curva Nord (in occasione di Lazio-Bari del 2010 ndr). Maurito era innamorato della Lazio, anche perché il sogno di ogni ragazzo argentino è quello di giocare in Europa e lì la Lazio è tra le 10 squadre europee più amate e seguite. Ma questo Lotito e Tare non lo sanno”. Una condizione, quella del fuori rosa, che Zarate vuole denunciare. Ruzzi legge una lettera scritta direttamente da Mauro e indirizzata alla Lazio. In questa si elencano tutte le mancanze del club biancoceleste, causa anche di malattie diagnosticate da dermatologi e neuropsichiatri. Zarate, infatti, a causa di questa condizione di emarginazione non solo è rimasto vittima di una patologia della pelle (la Vitiligine volgare), ma anche di una forma di depressione. Ruzzi legge i certificati medici in diretta, è furioso. Il viaggio alle Maldive ha la sua origine qui: “Noi abbiamo spedito questa lettera alla Lazio che non ha mai risposto (e quindi non ha mai autorizzato il viaggio ndr). Io, poi, informai Lotito personalmente incontrandolo al ristorante, Mauro aveva bisogno di staccare, non poteva andare in Argentina e poteva rimanere in Italia. Doveva andare in un posto lontano”.
L’intreccio di questa storia è sempre più fitto e denso di sfumature agghiaccianti. Tra zone d’ombra e colpi di scena il giallo continua…